Quando parliamo di Donne Selvatiche, ci riferiamo a quelle anime che sentono il richiamo della selva non solo come un luogo, ma come un’essenza. Sono coloro che con amore profondo si prendono cura di questo santuario verde, e con la stessa passione, desiderano aprire la porta di questa esperienza a chiunque cerchi di riconnettersi con la propria natura più indomita.
Con la luce che danza tra le fronde come un antico sortilegio e il silenzio rotto solo dal respiro del vento tra gli alberi, si manifesta. È la voce del bosco, un canto primordiale che non solo promette pace, ma svela una verità più profonda, sepolta non sotto strati di coscienza, ma nel cuore stesso della nostra bellezza interiore.
Per alcuni, quel richiamo si fa un battito insistente, un eco lontano di un’appartenenza dimenticata, un ritorno a casa dell’anima. Per altri, invece, sembra non esistere, un fantasma da cui fuggire verso la sicurezza illusoria della civilizzazione. Ma sempre più spesso, quel battito lontano si fa sentire, più chiaro e per un numero crescente di persone. Perché, in fondo, per ritrovare il nostro benessere più autentico, dobbiamo ascoltarlo. Ci parla di noi, della nostra essenza più profonda, in armonia con la parte più genuina e selvaggia che risiede in ognuno di noi.
Per qualcuno è un amore adolescenziale, forte, senza compromessi, totalizzante. Per altri è un amore maturo, consapevole, di cui non si può più fare a meno. Per altri ancora, è una sensazione mai provata, che spaventa o addirittura non interessa. Eppure, è lì, per tutti, dentro tutti: piccoli, grandi, anziani.
Noi che viviamo nel bosco e del bosco sappiamo che per ritrovarci, per il benessere più vero di ognuno, dobbiamo imparare a sentire e ad ascoltare quel richiamo. Dobbiamo imparare a “stare” nel bosco.
Esistono diverse vie che conducono al benessere interiore, e noi ne conosciamo alcune, ne facciamo esperienza ogni giorno. Vogliamo che tutti coloro che incontriamo lungo il cammino possano farne la migliore conoscenza possibile. Usiamo mezzi come le passeggiate lente, le attività che risvegliano i sensi, i giochi che liberano la mente, le chiacchiere che uniscono e i silenzi che nutrono l’anima, per tirare fuori il selvatico che c’è in ognuno di noi.
Vogliamo che tutti sappiano che la Selva non è solo un luogo dove fuggire, ma dove tornare per trovarci e stare bene, dove vivere esperienze indimenticabili. Certo, sappiamo bene che non tutti sentono subito questa esigenza, non sono ancora arrivati a questa richiesta. Una parte del nostro percorso è proprio questo: far crescere questo seme, concimarlo con cura fino a raccoglierne i frutti preziosi.
Noi che facciamo escursioni, passeggiate, educazione ambientale con bambini, adolescenti e adulti, sappiamo che questo strumento porta, in maniera più o meno diretta, più o meno consapevole ed esplicita, a un’autentica esperienza di crescita personale. Tutto questo si realizza attraverso attività coinvolgenti, giochi che stimolano, momenti legati alle emozioni e molto altro ancora.
La selva ci chiama e come guide sentiamo l’irresistibile desiderio di condividere queste sensazioni di Selva, di fare vibrare questo desiderio, contagiando ogni viandante che cammina con noi. Guidarlo verso questo luogo che sa. Che ha tanto da offrire: un porto sicuro dove fermarsi, connettersi e ritrovare il proprio ritmo vitale. Che può essere luogo di stare, di incontro, di respiro per il nostro prossimo.
Vi aspettiamo,
Alina e Diletta
Il bosco che cura: storie di donne selvatiche – domenica alle ore 10:30
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